Fotografi garanzie ANFM 
Buonasera community 😊
Con la fine di questa immensa giornata di lavoro e di una settimana lavorativa a dir poco estenuante, colgo l’occasione di qualche minuto libero per raccontare anche io di noi: Rosjana&Giuseppe.
La nostra storia inizia il 25 settembre 2016. Mi trovavo a Milano, ospite del mio migliore amico, trasferitosi lì a fine agosto per lavoro. Il 25 settembre è il suo compleanno e quella sera andammo a festeggiare con alcuni amici che aveva trovato tra colleghi suoi - piccolo inciso, tutti baresi - e della sua coinquilina (anche lei mia amica di comitiva giù a Bari che ha trovato lavoro al NORDE 😆)
Quella sera conobbi Peppe, lui ebbe un colpo di fulmine , io no 😆
A novembre iniziai a Milano un master in formula week end, quindi da novembre iniziai a viaggiare su e giù da Bari a Milano ogni fine settimana e il sabato sera uscivo sempre con loro. Peppe prese il mio numero sul gruppo whatsapp dei “Suddisti a Milano” e iniziammo a messaggiare una tantum, per me solo in amicizia.
A marzo 2017 mi sono trasferita a Milano per iniziare lo stage del master e appena terminato il trasloco Peppe mi chiese di uscire per un appuntamento. Lui è timidissimo e trovo il coraggio di chiedermi di uscire mentre era fuori con il mio migliore amico (che era diventato anche il suo best friend) e chiedendo consigli al telefono ad una delle mie migliori amiche. A me lui non piaceva per niente e rifiutai. Comunque ci sentivamo spesso perché in lui avevo trovato un amico.
Dal momento che a Bari frequentavo un corso di salsa e bachata, a Milano volevo trovare una scuola a cui iscrivermi; lui si offrì di farmi compagnia nella ricerca e di accompagnarmi alle lezioni di prova. Una sera tornavamo da una prova di salsa, lui provò a indagare un po’ sulla mia situazione sentimentale e siccome avevo capito dove voleva andare a parare, gli dissi che provavo interesse per un ragazzo di Bari (mi stavo sentendo con questo ragazzo e da agosto fino a ottobre ci siamo “frequentati” - uso le virgolette perché io ero a Milano e lui giù al sud e ci siamo visti solo 4 volte, e mi è bastato per capire che non era tipo per me).
Ma Peppe imperterrito continuava ogni tanto a chiedermi di uscire, a farmi complimenti, io specificavo sempre che per me era solo un grandissimo amico. Non lo trovavo per niente seccante, anzi era di una dolcezza infinita.
Una sera di luglio ci ritrovammo ad essere soli in una famosa piazza di Milano (piazza Gae Aulenti) e passammo alcune ore in un giardinetto, su un altalena a parlare delle nostre famiglie lasciate in Puglia e a cantare alcune canzoni tra cui Photograph e Thinging out loud di Ed Sheeran. Fu una serata estremamente piacevole e rientrai a casa davvero felice. Mi sentivo molto vicina a lui.
Qualche sera dopo ci ritrovammo a festeggiare con amici il compleanno di Peppe, facendo tappa in una birreria. A fine serata i maschietti erano tutti un po’ brilli, compreso lui. Arrivato il momento dei saluti, Peppe mi abbracciò fortissimo e indugiò in un lungo bacio sulla guancia. Mi staccai da lui sorridendo e gli dissi guardandolo negli occhi: “siamo solo amici, lo sai vero?”
La mattina dopo, preso da non so quale tipo di raptus Peppe mi scrisse un messaggio dicendomi che aveva provato ad andare avanti essendomi amico ma non ci riusciva, quindi mi chiedeva di non vederci più. Io gelata chiamai il mio miglior amico. Mi consiglio di lasciar passare qualche giorno e di non preoccuparmi, non si sarebbero create dinamiche strane all’interno della comitiva. Effettivamente il giorno dopo, Peppe mi riscrisse chiedendomi scusa per le parole dette e dicendomi che avrebbe convissuto con questo mio rifiuto senza ripercussioni.
Il nostro rapporto era ormai un crescendo, passavamo ore a parlare da soli, ore in bicicletta in giro per una Milano notturna e deserta e i messaggi erano sempre più frequenti.
Il primo week end di settembre il mio migliore amico propose a tutto il gruppo di passare il fine settimana a Bormio e Livigno. Troppo felice perché era il mio primo week end di libertà (lavoro in ospedale sabato e domenica compresi) accettai la proposta. Il viaggio di andata fu strano. Peppe mi rivolgeva poco la parola ma se si trattava di cantare, mi faceva da coro. Prima di arrivare a destinazione ci fermammo in una trattoria per la cena a base di specialità locali. La cena fu tranquilla e molto divertente, Peppe era ritornato il ragazzo burlone di sempre e aveva scherzato per tutto il tempo.
Arrivati a Bormio nella casa presa in affitto Peppe mi chiama in una stanza. Entro e mi chiude la porta alle spalle. Doveva parlarmi. “Sono stufo di correrti dietro, la tua presenza mi fa stare male. Non un male astratto, intangibile. No! Un vero e proprio male fisico. Mi viene l’ansia. Quando torno a casa dopo averti visto mi vengono gli attacchi di panico.”
Io resto impietrita, provo a dire qualcosa ma dalla mia bocca non esce niente. Lo guardo e lo scopro tanto fragile. Il ragazzo super divertente, il comico della comitiva, con un’anima sensibile e io lo stavo ferendo. Finalmente riesco a parlare e gli dico che sono tremendamente dispiaciuta di questa situazione.
“Godiamoci questo ultimo week end insieme. Da quando torniamo a Milano non voglio mai più vederti!”
Io provo ad abbracciarlo, lui si scansa con lo sguardo gelido. Capisco allora di averlo ferito davvero, gli dico che per me è un amico importante però per il suo bene potevo rinunciare a lui, seppur con molta fatica e tristezza. Lui ribadisce di non volermi più nella sua vita, apre la porta della stanza e mi fa uscire. Ero devastata!
Il week end a Bormio è trascorso tranquillo, Peppe dalla mattina dopo ha ripreso a scherzare e a punzecchiarmi, ricercava affetto e attenzione e io quegli ultimi sprazzi di complicità insieme li volevo vivere tutti.
In realtà appena rientrati a Milano, ognuno a casuccia propria, Peppe mi chiama. “Ti chiedo scusa per essere stato brutale. Devo dirti che quello di cui abbiamo parlato non vale più. Ho capito che sto troppo bene con te e non voglio rinunciare ad averti nella mia vita, quindi anche se solo come amico voglio continuare a vederti. Insieme stiamo bene e solo quando sono con te non ho nostalgia della mia famiglia giù.”
Io felicissima, mezzo metro dal suolo. Da allora tutto riprende normale, le nostre uscite, le nostre confidenze, specie le mie: gli confidavo che la “storia” con quel ragazzo di giù non andava perché a pelle non sentivo nulla se non fastidio (sì lo so, strana cosa).
Nel frattempo Peppe si stava facendo spazio nel mio cuoricino, ferito da un amore passato che mi ha fatto psicologicamente molto molto male. Però di lui sentivo di potermi fidare...
Un week end particolare fu galeotto... il compleanno del mio migliore amico (un anno dopo). Quella sera uscimmo tutti insieme e dal momento che dovevamo fare tardi chiesi a Peppe e ai suoi coinquilini (sempre membri della comitiva) di poter dormire da loro. Rientrati dalla serata io e Peppe non avevamo sonno, così biciclette alla mano uscimmo in giro per Milano alle 2 di notte. Arriviamo ad un parchetto vicino San Siro. Lì ci sediamo su una panchina e iniziamo a parlare. Ad un certo punto decidiamo di sentire musica random su Spotify. Capita Perfect di Ed Sheeran... sento il cuore battere forte, Peppe era in silenzio vicino a me e io speravo che mi baciasse... la situazione era perfetta... lui però si alza dalla panchina e inizia a ballare, allentando quella tensione che si stava creando. Qui ho capito che mi piaceva davvero! E tutti i dubbi sulla differenza di età (essendo lui 3 anni più piccolo mi sono sempre fatta un sacco di problemi) sono scomparsi.
La settimana dopo scesi giù a Bari per chiarire la situazione con il ragazzo di giù. Non era scattato niente, la storia non poteva continuare anche perché non c’era mai stato nessun tipo di coinvolgimento da parte mia.
Tornata a Milano, Peppe mi chiede se dopo il week end barese sono libera per uscire con lui... libera in tutti i sensi.
Ci diamo appuntamento alla nostra altalena, quella delle canzoni e delle confidenze. Dopo qualche ora a parlare del più e del meno, ci dirigiamo in piazza Gae Aulenti. Ci sediamo su una panchina, con lo sfondo delle fontane illuminate da tanti colori. Mi dice che sono bellissima e che i suoi sentimenti per me sono sempre più forti.“ Qualcosa in me è cambiato, quello che provo per te è cambiato”!gli confesso. Allora lui prende il suo telefono, inserisce gli auricolari e me ne porge uno. Apre Spotify e seleziona Perfect.
Sulle note di questa canzone dolcissima, i nostri visi si avvicinano e scatta il bacio. Dolce, lento, desiderato!
Da quella sera dell’11 ottobre non abbiamo mai smesso di baciarci... e di amarci! ☺️
