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Matrimonio

Intervista ad Enzo Miccio

Il più famoso Wedding Planner d'Italia racconta a Matrimonio.com i segreti di una professione nuova, spiegandoci quali sono le linee guida che lo ispirano nella progettazione dei suoi eventi, le nuove tendenze e la continua ricerca di nuovi stimoli.

 

Wedding Planner: un lusso per pochi o un modo per ottimizzare tempi, costi e sforzi nell’organizzazione di un matrimonio?

Direi un’immagine da democratizzare. Il Wedding Planner è un professionista al quale merita la pena affidare la progettazione di un evento così complesso e unico come il matrimonio. Il suo lavoro è utile agli sposi, è un aiuto ad arrivare all’altare senza stress ed ansie, godendo non solo della cerimonia ma anche della fase di progettazione, con entusiasmo e senza inutili fatiche. Indubbiamente, nel momento in cui ci rivolgiamo ad un Wedding Planner, dobbiamo tenere ben presente che abbiamo a che fare con un professionista, pertanto  il suo lavoro andrà riconosciuto e debitamente retribuito. Quanto all’aspetto meramente economico, come avviene in tutti i campi ci sono distinte fasce di mercato e quindi un ampio ventaglio di scelta per le coppie in base al budget disponibile. 

Come valuta l’offerta formativa in Italia per chi sia interessato ad intraprendere questa carriera?
Proprio a fronte dell’offerta limitata ho deciso di dedicarmi anche alla formazione, mettendo a disposizione delle mie corsiste l’esperienza acquisita in 11 anni di lavoro in questo campo. Cerco di trasmettere a loro la stessa passione e l’amore per il bello e l’arte che mi coinvolgono, condite da una buona e mai eccessiva dose di cura per i dettagli, che mi rende un perfezionista. ##1## 

È preferibile contrattare un servizio completo o si può richiedere l’intervento del Wedding Planner anche solo per risolvere alcuni aspetti dell’organizzazione del matrimonio?
Si può ricorrere al Wedding Planner solo per realizzare una parte del progetto, sebbene io personalmente preferisco occuparmi dell’evento a 360º. Per progettare con successo un matrimonio bisogna coordinare vari aspetti, trovando la giusta armonia tra tutti gli elementi della messa in scena. Di conseguenza, il miglior modo per assicurarsi la riuscita perfetta è quello di seguire tale progetto fin dal primo passo, passando per gli aspetti tecnici, architetturali, realizzando tutti i rilievi per gli allestimenti, lo studio di luce, etc. .

Qual è il motivo principale per cui vale la pena rivolgersi ad un Wedding Planner?

Senza dubbio l’aspetto creativo, l’originalità e la fantasia che non possono mancare in una persona che si dedica a questa professione e che sono necessarie per organizzare al meglio un matrimonio.

##2##Qual è l’aspetto più entusiasmante del suo lavoro e perché lo ha scelto?
I momenti più belli del mio lavoro arrivano quando il progetto va in scena, quando dopo mesi di preparativi, studi e ritocchi la tela è dipinta e sento di soddisfare la mia sete di eccellenza.
Ho intrapreso la mia carriera quando in Italia quasi nessuno sapeva chi era un Wedding Planner. Io stesso non ero cosciente, almeno non all’inizio, del fatto che quella sarebbe diventata la mia professione. Ho iniziato quasi per gioco, aiutando un conoscente ad organizzare il suo matrimonio. È stato un grande successo e da lì è partito tutto. Il resto è venuto con naturalezza; sono sempre stato un amante del bello e dell’arte, un collezionista,  un appassionato della bella tavola e del saper ricevere. Questo lavoro mi permette di esprimere le mie inclinazioni.

In tanti anni di attività avrà conosciuto molte coppie prossime a compiere uno dei passi più importanti delle loro vita. Ha notato dei cambiamenti nel modo di vivere questo evento tra ieri e oggi?

Sì, ho notato dei cambiamenti ed io stesso ho cercato di promuoverli. Nella misura in cui è opportuno e consigliabile, cerco sempre di dare voce alle nuove tendenze. Fin dall’inizio mi sono impegnato a rendere il matrimonio una festa, ad alleggerirlo, magari scegliendo una buona colonna sonora che faccia da collante tra i vari momenti, provando ad uscire dagli schemi per arricchire la tradizione, senza lasciarla alle spalle.  Accorciare i tempi del banchetto, per esempio, è una delle battaglie che conduco ormai da tempo, a volte con più o meno successo, trovando naturalmente un compromesso tra i miei consigli da esperto e il gusto e i desideri degli sposi.

Come viene vissuta dalle coppie la fase dei preparativi? Ci sono delle differenze nell’approccio all’organizzazione dell’evento tra lui e lei?
Direi che proprio negli ultimi anni è sempre più protagonista la coppia. Prima era più solito relazionarsi principalmente con la sposa o magari ritrovarsi nella classica situazione in cui l’organizzazione del matrimonio gravitava intorno alla sposa e la mamma. Oggi è sempre più frequente che siano entrambi protagonisti dell’evento e che lui sia consapevole e compiaciuto del suo ruolo.

 Tra quanti stili differenti si può scegliere nel momento in cui decidiamo di organizzare il nostro matrimonio e quali sono i più apprezzati dagli sposi italiani?
Gli italiani sono per il matrimonio originale ma allo stesso tempo sobrio ed elegante. L’italiano non è il tipo che apprezza manifestazioni eccessive del tipo i voli in mongolfiera, per la serie”facciamolo strano”. Senza dubbio viene apprezzato il matrimonio scenografico, ma fatto con gusto, non chiassoso.

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Tinte accese, abiti che superano la convenzione. Cosa suggerisce l’esperto?
Io sono per il bianco, anche se trovo che ci siano degli abiti gradevoli per esempio in colori pastello o acqua marina, queste sono le uniche variazioni che tengo in considerazione.

Lavora anche all’estero o comunque con coppie straniere?
Sì,  assolutamente, soprattutto con gente che ama sposarsi in Italia.

Quali sono le differenze più interessanti da segnalare nel confronto tra le coppie straniere e gli sposi italiani?
Non trovo che ci siano delle differenze, in realtà l’energia, l’entusiasmo o l’emozione sono le stesse. Magari lo straniero che viene a sposarsi in Italia, naturalmente, cerca l’Italia tipica, la città d’arte, per incorniciare l’evento in uno scenario particolarmente caratteristico.

Il matrimonio più curioso ed originale mai organizzato?
Ci sono più che altro dei temi che ho sviluppato e che si sono distinti. Uno dei matrimoni più belli ed originali si è svolto a Venezia. Sono stati tre giorni di eventi declinati in un Welcome Cocktail al Caffe Florian, uno storico caffe di Venezia. Il giorno successivo c’è stata la cosìdetta” “rehearsal dinner” ovvero cena della vigilia secondo l’usanza  americana presso l’Hotel Monaco&Grancanal. Infine, il terzo giorno, quello conclusivo, è stato organizzato in grande stile. Si è trattato di un ballo in maschera al Palazzo Pisani Moretta, al quale tutti gli ospiti hanno partecipato indossando un abito che gli era stato consegnato direttamente nella camera dove erano stati alloggiati.

Il matrimonio che le piacerebbe organizzare, qualcosa di nuovo con cui ancora non si è misurato…
Mi piacerebbe ambientare un matrimonio in India o Arabia Saudita.

Per esportare il made in Italy o conoscere nuove realtà?
Entrambi, mi piacerebbe fare un mix sposando la tradizione indigena.

Nuove tendenze da segnalare ai futuri sposi?
Le tendenze in Italia arrivano sempre in ritardo, comunque sta prendendo sempre più piede anche nel nostro Paese l’usanza del Wedding Week-end, un’occasione per riunire gli amici più cari e intimi in una location in cui trascorrere un paio di giorni, condividendo non solo il momento della cerimonia o del banchetto, se non tutta un’altra serie di eventi collaterali che possano arricchire e rendere ancora più incisivo e importante il ricordo del matrimonio.

Cosa non può mancare in una cerimonia che si rispetti?
Non c’è un elemento in concreto che abbia più importanza degli altri. Al contrario, un matrimonio organizzato bene, con tutti i crismi, è un evento in cui regna l’equilibrio perfetto tra tutti gli aspetti. Quando il ricordo degli invitati cade principalmente su quanto originale fosse l’abito della sposa o sulla bontà del menu, be’ in realtà vuol dire che forse questo equilibrio è venuto a mancare e che un aspetto ha prevalso sugli altri. Credo nella necessità di portare in scena un evento armonico, complesso e articolato, dove ogni dettaglio è importante e merita il suo momento di protagonismo, senza sovrastare la scena.