Il matrimonio di Laura e Vito a Torino, Torino
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L&V
27 Set, 2014Il racconto del nostro matrimonio
Fiinalmente, dopo undici anni di fidanzamento, è arrivato il giorno del nostro matrimonio, che si è celebrato il 27 settembre 2014, in una splendida giornata di sole, che d'autunno non aveva proprio nulla!!! La strada che ci ha condotto fin qui è stata lunga, faticosa e a volte costellata da grandi dolori, come la scomparsa prematura della madre di mio marito e la grave malattia di mio padre, che abbiamo sempre cercato di affrontare insieme, senza mai abbatterci, nella consapevolezza che il Signore avrebbe avuto in serbo per noi tanti momenti di gioia. In questi anni, siamo stati spesso lontani l'una dall'altra, a causa del lavoro di mio marito, che lo ha portato a cambiare varie città e ad affrontare impegnative missioni all'estero. Però, tutto questo ci ha fortificato, rendendoci pronti ad affrontare questo nuovo cammino insieme. Ma, come tutti i romanzi d'amore che si rispettino, anche quel giorno è stato pieno di imprevisti, sin dalle prime ore dell'alba.
Sveglia alle 5,30 e, dopo una breve colazione, inizio a mettermi le lenti a contatto, prima la sinistra e poi la destra, ma... panico: l'occhio destro ha un accenno di lacrimazione! Faccio un profondo respiro, ed eccomi pronta, verso le 6,00, per la sessione di trucco. Nel frattempo, mia cugina, nonchè testimone ed esperta estetista, ha aperto sul tavolo della cucina tutte le sue palette di colori, pronta per realizzare la sua migliore opera d'arte. Accendiamo la lampada piantana per illuminare meglio il mio viso, ma l'interruttore generale di corrente salta più volte: che fare? Il sole stava ancora dormendo (beato lui) e non ne voleva sapere di venirmi a salutare. Bene, decidiamo comunque di farne a meno, perchè non c'era tempo da perdere: alle 7,00 sarebbe arrivata la mia parrucchiera. E dopo un'ora di sapiente lavoro, non credo a quello che vedo allo specchio: un trucco dai colori lilla (in tema con il matrimonio) fresco, semplice e per nulla pesante, che esalta al meglio le parti più belle del mio viso (gli occhi), nascondendo quelle meno belle (il naso). Intanto, si sveglia anche la mamma, seguita da mio padre già in trepidazione e pronto a vestirsi (con 4 ore di anticipo!) e passa anche lei sotto le abili mani di mia cugina. Alle 6,55 arriva la mia parrucchiera che, in un'oretta circa, realizza un'acconciatura da vera principessa: un semiraccolto morbido e romantico, con ciuffo laterale e boccoli che scendono fino al collo. Bene, alle 8,00 sono pronta ad indossare collana e orecchini, e a rilassarmi un pò prima dell'arrivo dei fotografi, previsto per le 9,00, mentre anche mia mamma veniva acconciata. Ma l'emozione inizia a salire, e non riesco ad agganciare la collana, regalo di mio papà; per fortuna arriva mia cugina in soccorso. "Che meraviglia!", esclamo allo specchio, senza accorgermi, tanto ero già entrata nella famosa bolla di sapone, che la collana è stata messa al contrario! Addio pietre Swarovski. Alle 8,45 arriva la mia fiorista, che mi consegna tutte le sue splendide creazioni: che meraviglia il mio bouquet, quello da lancio, il braccialetto per la testimone E, per ultimo, un mazzo di 12 rose rosse con punti luce, regalo del mio futuro marito. E lì, comincio a tremare! Con 20 minuti di ritardo, arrivano i fotografi e inizia la seduta fotografica, prima con indosso la classica vestaglietta di raso bianco e poi con il mio splendido vestito color avorio chiarissimo: tantissimi scatti con mamma, papà, testimone, amici, parenti che sono arrivati nel frattempo. E' quasi tutto pronto, ma mancano all'appello damigellina, paggetto e damigella d'onore! Per fortuna, arrivano poco dopo, ma il paggetto decide di fare il timido, proprio in quel momento, quando mancano 15 minuti alle 11,00, scoppiando in un pianto talmente forte che, credo, l'abbia sentito anche il mio futuro marito, che trepidante, stava aspettando la sorella (mamma dell'urlatore), per fare il suo ingresso in chiesa. Qualche scatto con i bimbi e, pronta a scendere giù, con mio padre per fare il taglio del nastro (anche quello, come se non fossimo già in ritardo!). Ma, al penultimo gradino delle scale, prima del nastro, prendo uno scivolone pauroso: i fotografi trattengono per un attimo il fiato, bianchi in volto. Miracolosamente, riesco a correggere il tiro e a tagliare, incolume, il nastro, mentre la macchina è già pronta per partire, direzione chiesa, distante da casa mia meno di 5 minuti.
Continua a leggere »Nel frattempo, tutti sono già arrivati in chiesa, compreso il picchetto d'onore, che ci attendeva sul sagrato. "E la sposa, dov'è?" Si chiedono gli invitati, La sposa, cioè io, aveva trascinato nella sua bolla di sapone anche il padre, e complice l'autista, un vecchietto poco esperto delle vie del quartiere, è stata capace di perdersi persino il giorno del suo matrimonio! Intanto, i minuti trascorrevano inesorabili.Finalmente, arriviamo, scendiamo dalla macchina e iniziamo ad attraversare il picchetto d'onore, fermati, soltanto, dal capo picchetto, nonchè testimone dello sposo, che presenta la forza. E con 20 minuti di ritardo, entriamo in chiesa, percorrendo la lunghissima navata, sulle note della marcia nuziale. E finalmente, ho visto il mio futuro marito, vestito in alta uniforme, all'altare. Bellissimo ed emozionato. La cerimonia è stata bellissima e molto toccante, perchè il mio don, che conosceva bene le nostre vicissitudini, ci ha sostenuto tutto il tempo, facendoci sentire il suo calore e il suo affetto. Ed anche le canzoni scelte, tra le altre 2 bellissime arie in lingua spagnola, sapientemente intonate da un tenore e da una soprano, hanno contribuito a rendere unico quel momento. Finita la cerimonia, usciamo dalla chiesa, procedendo raggianti sotto il ponte di sciabole: che spettacolo! Fin da bambina sognavo un matrimonio in divisa. Dopo i vari festeggiamenti davanti alla chiesa, gli invitati si sono diretti a Vigna Chinet, sulla collina torinese, mentre noi siamo andati a fare le foto in centro, in piazza Castello e a Palazzo Madama, sotto gli occhi curiosi dei passanti.
Alle 14,30 circa, arriviamo a Vigna Chinet, dove veniamo accolti con gioia, sulle note di Say a Little Prayer di Aretha Franklin. Il ricevimento è stato veramente indimenticabile e all'altezza delle nostre aspettative. Ci siamo divertiti, abbiamo ballato ed anche mangiato (cosa rara per gli sposi) e, in un attimo, è calata la sera. Dopo aver distribuito le bomboniere e, salutato gli invitati, anche se stanchi, siamo andati a fare le foto in notturna: scenario la fontana di piazza Solferino illuminata.
Siamo felici di avere foto stupende, che ci ricorderanno per sempre quel giorno e, non vediamo l'ora di vedere il video, per poter ballare, di nuovo, sulle note di Up where we belong, il nostro primo ballo e colonna sonora di "Ufficiale e gentiluomo".
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