Il matrimonio di Giuseppe e Anthea a Roma, Roma
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G&A
14 Ott, 2023Il racconto del nostro matrimonio
Una fiaba emozionante. Sebbene mio padre avesse messo la sveglia alle 05.50 quella mattina, eravamo in ritardo sulla tabella di marcia, a detta di mia madre. Stranamente l'unica a preoccuparsene era lei anche perché io avevo sfogato tutte le mie ansie il giorno prima, curando tutti gli ultimi particolari fino alle 23.30 quando sono andata a "dormire". Io mi sono alzata dal letto con il sorriso e con la voglia di abbracciare tutti. "Chissà Giuseppe che sta facendo", mi ripetevo e tra me e me sorridevo immaginando la sua emozione. Alle ore 07.00 suona al citofono la mia amica Cate che era venuta a pettinare me e mia madre. Mi racconta che lei non era riuscita a dormire la sera prima per via di un problema familiare, ma nonostante tutto ci teneva ad esserci. Alle 07.30 arriva Giulio per truccarci, ma, ahimè, non siamo ancora pronte! Perciò io scappo in bagno per una doccia al volo e scendo le scale per andarmi subito a farmi truccare mentre mia madre inizia a farsi fare l'acconciatura. In tutto questo mio padre era uscito per accogliere e salutare i familiari. Quando alle 08.40 arrivano i fotografi io corro su a farmi fare l'acconciatura mentre mi do il cambio con mia madre che invece va al trucco. Siamo in super ritardo... mia madre non riesce a vedermi uscire di casa perchè parte con tutti gli invitati con il pullman diretto alla Basilica di San Pietro. Dopo aver indossato il vestito, aiutata da Cate e da Nirosha, mi cade una lacrima per l'emozione e i fotografi mi fanno alcune foto sia a casa che in strada. Continuo a pensare a Giuseppe, se gli invitati sono arrivati, se sono riusciti tutti ad arrivare in Cappella e cosa mi dovrò aspettare essendo un giorno di preghiera voluto dal Cardinale il quale ha voluto chiudere la Basilica. Mio papà e Nirosha con le lacrime agli occhi mi scortano e mi aiutano a camminare sollevando il vestito. Davanti a me la macchina dei miei sogni: la Rolls Royce tutta bianca, esattamente la macchina di Crudelia Demon che da piccola mi ha sempre affascinato. Un sorriso a 32 denti verso Gianmarco, l'autista, che mi attende in giacca e cravatta e mi apre la portiera, facendomi sentire una vera principessa. Arriviamo a San Pietro, mio padre ha lo sguardo felice ed orgoglioso come mai prima d'ora. Scendo dall'auto e davanti a me la suorina che mi è stata d'aiuto e di supporto per tutto il tempo, mi accoglie alla porta laterale della Basilica. La saluto con tanto affetto per poi dirigermi all'interno di San Pietro. Lei mi spiana la strada tra i fedeli e io mi preparo ad entrare nella Cappella del Coro sotto il braccio di papà. Giuseppe è di fronte a me. Un principe che mi aspetta all'altare. So che la Cappella è piena di persone, tutti i nostri invitati, ma in quel momento io ho occhi solo che per lui, e lui per me. Percepisco la sua emozione e la faccio mia. Alzo lo sguardo, vedo la Madonna in un dipinto meraviglioso, sento un brivido dentro di me, un'emozione indescrivibile come un sogno fatto e rifatto più volte che finalmente si stava realizzando. Ecco un'altra lacrima. Mi dirigo all'altare, siamo tutti emozionati: io, papà, Giuseppe e Mariantonietta, mentre mia mamma canta il mio ingresso con la musica di Ennio Morricone del film Nuovo Cinema Paradiso, accompagnata dal Maestro Gianluca Libertucci all'organo, dalla Maestra Eunice al violino e dai cantori del coro del Vicariato Vaticano diretti dal Maestro Temistocle Capone. La cerimonia è stata celebrata dal Parroco di San Pietro, Padre Agnello e concelebrata dal Sacerdote di Roccadaspide Don Cosimo, in segno di unione delle due città: Roma e Roccadaspide (il paese di mio marito). Padre Agnello ha fatto una omelia talmente bella e ricca di significato che è stato applaudito da tutti i partecipanti alla messa. Le sue parole ancora ci risuonano nel cuore come i ruoli di marito e moglie che devono sempre essere rispettati, infatti la moglie ha in custodia il cuore e la vita della coppia mentre il marito ha in custodia la nuova famiglia in termini di protezione e vicinanza al nuovo nucleo familiare. Guardai negli occhi mio marito e lui mi restituì lo sguardo al momento delle promesse e dello scambio delle fedi. Non importava più l'emozione ma la fede della promessa che ci facemmo di guardarci negli occhi e pronunciare quel giuramento senza leggere. Terminata la messa e ormai marito e moglie io e Giuseppe rimanemmo a San Pietro per fare le foto mentre tutti gli invitati si incamminarono per raggiungere la location. Facemmo le foto solamente a San Pietro e al Colosseo, poiché era una giornata molto calda e piena di turisti e di traffico. Arrivammo alla location alle 14.22 con la Rolls Royce e la canzone Più Bella Cosa di Eros Ramazzotti. A Palazzo Brancaccio avevano già aperto il buffet in giardino. Il quartetto d'archi suona intanto le musiche dei film. Salutiamo Leonardo, il responsabile dell'evento al Brancaccio che è stato vigile dall'inizio alla fine, il quale ci affida al maître di sala. Persone gentilissime e professionali ci circondano durante tutto il ricevimento. Veniamo presi a destra e a sinistra da tutti, chi per salutarci, chi per guidarci, chi per brindare, chi per fare foto. Insomma un vortice continuo di emozioni. Riesco solo a mangiare un pezzo di parmigiano che però mi basta per tenermi in piedi in quel momento. L'entrata in sala produce un'altra lacrima, questa volta collettiva, sulle note della sigla della Bella e la Bestia suonata dalla violinista. La sala, con questi decori barocchi e questi tavoli imperiali che ci spianano la strada, è qualcosa di veramente fiabesco. I candelabri donano quella luce soffusa, le rose bianche e rosse fanno da padrone e gli invitati si sentono catapultati in una fiaba. Ci acclamano tutti mentre balliamo al nostro ingresso. Ci accomodiamo al tavolo e dopo la prima portata ecco la violinista fare il suo rientro per suonare Halleluja e farci ballare io con papà e Giuseppe con la mamma. Anche qui ho pianto, insieme a mio padre che non riusciva a trattenere le lacrime. Un'emozione travolgente ci avvolge e dalle nostre bocche riesce ad uscire una sola parola in grado di racchiudere tutto ciò che volevamo dirci: "Grazie". Finito il ballo il banchetto prosegue, ma per ragioni di organizzazione veniamo chiamati e non riusciamo a goderci l'ultimo intervento della violinista. Si fa avanti un altro genere di emozione, il momento della torta. Cambiamo sala e vediamo il DJ Stefano Capasso alle prese con la console e le luci azzurre che illuminavano l'intera sala degli Angeli. La torta a forma di castello Disney era alta 4 piani e aveva alla base la carrozza di Cenerentola che Giuseppe mi regalò a Disneyland Paris quando mi chiese di sposarlo. Al taglio della torta fummo accompagnati da Minnie e Topolino, una cosa inaspettata perché li avevo ingaggiati non per quel momento ma per fare l'animazione ai bimbi. È stato bellissimo, anche perché tutti hanno pensato che fosse stato organizzato. La felicità di quel momento ci ha dato l'energia per continuare a festeggiare e ballare tutta la sera insieme ad amici e cugini, grazie al DJ, davvero bravissimo ed in gamba. Quando ci ritirammo in camera io e Giuseppe avevamo i piedi infiammati, senza nulla se non gli abiti del matrimonio e la chiave della stanza all'interno del giardino del Brancaccio. Eravamo stanchi, ma felici, come mai fino a quel momento, di aver organizzato insieme un matrimonio memorabile.
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