Il matrimonio di Veronica e Emanuele a Ancona, Ancona
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V&E
03 Giu, 2017Il racconto del nostro matrimonio
Partiamo dalla notte prima delle nozze. Come da tradizione abbiamo dormito a casa dei rispettivi genitori...inutile dirle notte in bianco...agitazione e ansia a 360°. Dopo poche ore di sonno, la sveglia suona (ore 5.30 del mattino) neanche quando andiamo al lavoro ci svegliamo così presto! La casa in pochi minuti si riempe di truccatori, fotografi, parenti e amici...un caos travolgente, urla, gente che corre a destra e a sinistra, genitori in un totale stato catatonico in balia dell'evento che si sussegue. Il padre della sposa (mio suocero) si dimentica di mettersi i pantaloni quando apre al parrucchiere e gli chiede "io cosa devo fare?", il parrucchiere: "io non lo so proprio"...ma sono cose che succedono. Nel mentre che ci vestiamo non mancano i primi sorrisi che non ci lasceranno mai durante la giornata e vengono immortalati dai fotografi. Ore 09.45, lo sposo inizia a fremere e comunica a tutti: "dobbiamo partire", messaggino alla sposa per ricordargli che oggi si sposa e di non tardare! Il viaggio in macchina è stranamente tranquillo, qualche parola di svago. Durante la salita per arrivare alla chiesa di San Ciriaco in Ancona, inizia l'emozione: "ci siamo". La chiesa è su un colle da dove si vede il mare, di un blu acceso, la città e il porto che anche se di sabato, non smette di sferragliare per la costruzione di una nuova nave da crociera. Scendo dalla macchina ad attenderlo il testimone, padrino al battesimo, un secondo figlio praticamente. Subito selfie di benvenuto. All'ombra, per via già del caldo soffocante, parenti, amici, colleghi di lavoro...tutti anche chi poi non verrà al pranzo, perchè stanno tutti attendendo l'arrivo della sposa. Anche lo sposo in cima alla scalinata della chiesa non aspetta altro. Non vedo arrivare l'altro testimone, suo cugino e un dubbio che si sia svegliato tardi per la notte in bianco (non per l'agitazione ma in discoteca con gli amici) gli sorge. Inizia a chiedere di sentire dove si è cacciato. Ore 10.30, puntuale la sposa arriva, l'ansia non l'ha fatta tardare, non vede l'ora di scendere dalla macchina. Dai finestrini oscurati cerco di intravedere il vestito ma niente. Ancora non scende. Una comunicazione di un amico mi avverte che il prete non è arrivato...panico! Siamo arrivati prima del parroco, mai successo. La sposa scende e ogni preoccupazione passa. E' bellissima tutti si dimenticano per qualche secondo di respirare. Vestito stretto, corpetto in pizzo bianco leggermente scollato sul petto e sulla schiena. Gonna in seta bianca con una lunga coda. Velo puntato sullo chignon anch'esso lunghissimo. Scendo della scalinata per aiutarla a scendere dall'auto e a salire i gradini della chiesa. Veniamo fotografati, sembra che ci siano paparazzi dappertutto! Ci comunicano che il parroco è arrivato, vedo anche il mio testimone che mi fa il classico cenno "ti spiego dopo". Entriamo, l'emozione sale, anche qui come da tradizione io con mia madre, lei con il padre. Cammino lungo la navata, in sottofondo l'organo inizia il suo preludio. Tutti gli sguardi sono su di noi, alcuni luccicanti, altri sorridenti. Mi fermo all'ultima panca in attesa di vedere la mia sposa entrare. Velo sul volto, passo forse troppo frettoloso, gli faccio cenno di rallentare e di godersi il momento. Il padre mi consegna la mano dell'unica figlia, visibilmente emozionato. Insieme saliamo sulla panca addobbata. Entra il parroco e l'omelia inizia. Ci scambiamo gli sguardi e siamo felici e con la consapevolezza che vogliamo essere li e da nessun altra parte. La messa prosegue non senza imprevisti, mio fratello che avrebbe dovuto portare le fedi, è impegnato a farmi il video, gli intimo con lo sguardo di affrettarsi! Ci scambiamo gli anelli e sorridiamo ci siamo proprio. Tutto prosegue liscio e finalmente arriviamo alla parte conclusiva uscendo dalla chiesa ci sommergono di riso, ci baciamo. Salutiamo a tutti e ci dirigiamo a fare e foto al porto antico di Ancona e al Passetto, la stanchezza inizia già a farsi sentire, ma ci risollevano i clacson gli auguri dei passanti. Dopo circa un'ora e mezza, non vediamo l'ora di abbeveraci e di mangiare qualcosa, il caldo ci ha sfiancati. Arriviamo al Ristorante il Fortino Napoleonico, ad attenderci il responsabile di sala, un viso ormai amico pe i vari incontri fatti in precedenza. Si congratula e capisce subito che abbiamo sete e fame. Ma ci dice che dobbiamo stringere ancora un pò i denti per l'ingresso in terrazza dove ci attendono tutti. Facciamo il nostro ingresso con sottofondo il pianoforte, urla e inni di "auguri agli sposi", incrocio gli occhi con la sposa e di nuovo un intesa senza parole, si, siamo proprio felici. Ci sediamo e mangiamo qualcosa di fronte al mare e al Monte Conero. Scendiamo in sala da pranzo, in sottofondo la Radetzky march, voluta da mia moglie (ora lo posso dire), "voglio un ingresso trionfale al mio arrivo" questa è stata la sua richiesta al momento della scelta delle musiche. I ragazzi dell'Acustic Sunset, un duo di chitarra più voce e basso, davvero in gamba ci hanno accompagnato con le loro canzoni. Ho scelto bene la musica! Iniziamo a girare per i tavoli scherziamo con gli amici, il tasso alcolemico si fà sempre più importante ma non importa, oggi mi voglio godere ogni singolo momento. Durante poche pause scambio con Veronica, mia moglie, parole dolci e di divertenti sperando che sia tutto di suo gradimento come una regina merita. Una sorpresa dedicata a lei inizia, l'ho omaggiata per la sua passione alla danza. 7 bambine di 8 anni si esibiscono sulle note del lago dei cigni, sono colorate e con un grosso sorriso stampato. Veronica finalmente si emoziona! Le bambine a conclusione consegnano una rosa in omaggio. Il classico giro dei avoli prosegue e ci soffermiamo a parlare a volte scordandoci che ci stiamo sposando, e di colpo di comunicano che ora del taglio torta. Una nostalgia ci pervade entrambi, sapendo che la giornata stà per concludersi, è passato tutto così in fretta...la torta è a tre piani altissima e buonissima viene divorata. Il giardino del Fortino napoleonico è invaso da dolci, carrello dei gelati, zucchero filato, liquori, insomma il paese dei balocchi. Tutto buonissimo! Ora l'alcol ha fatto il suo effetto, la musica si alza, ci si spoglia partendo dalle scarpe e camicia, uomini a petto nudo. Mio fratello ha il costume e non può fare a meno di fare il bagno nell'acqua limpida di Porto Novo. Ballano tutti anche i più improbabili ma ci divertiamo come non mai. Chiedo hai ragazzi di concedermi il ballo con la sposa, sulle note di Elvis Presley - It hurts me, la nostra canzone che cantiamo e balliamo a squarcia gola. Sfiniti ci sediamo in riva al mare con i piedi nell'acqua guardandoci e baciandoci come non avevamo mai fatto prima!
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