Il matrimonio di Joselia e Nicola a Firenze, Firenze
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J&N
05 Lug, 2014Il racconto del nostro matrimonio
Santo Cielo, è successo davvero! Mi ritrovo qui, davanti a questa tastiera, a cercare di ripercorrere nella mente il nostro giorno speciale, così fresco nella mia memoria ma anche sognato tanto a lungo che ancora non riesco a credere di essere una vera Sposa.Dopo anni in cui l’argomento matrimonio saltava fuori ogni tanto; anni in cui la voglia di sposarci era tanta; anni in cui i problemi che ci impedivano di imbarcarci in questa emozionante avventura sembravano susseguirsi uno all’altro, ora finalmente possiamo dire: ce l’abbiamo fatta! Siamo Marito e Moglie.E la gioia è così intensa che anche io, che faccio la giornalista e scrivo per vivere, proprio io che amo le parole e la magia che si crea quando dei semplici caratteri messi insieme riescono a creare una vera e propria “musica di lettere”, mi sento in difficoltà perché non riesco a descrivere le emozioni che ho provato e che provo tuttora.Ma ci provo. Con tutta me stessa.Un giorno, a poche settimane dal nostro nono anniversario di fidanzamento, è arrivato finalmente il momento che mi ha cambiato la vita: il momento in cui il mio cuore ha preso il sopravvento sul cervello, su quel maledetto cervello che credeva di vedere solo problemi e motivi apparentemente validi per rimandare di ancora un anno il matrimonio. Ma quel giorno di settembre il mio cuore ha detto “basta”. Ha deciso lui. E gli sono grata per questo. Gli sono grata, perché mi ha fatto capire che, quando l’amore è profondo, unico, indissolubile, non ci sono problemi (apparenti o reali) che possano impedirti di sposare l’uomo che ami così tanto.Sono fatta così, io. Se prendo una decisione importante mi butto con tutta me stessa. E ci metto tutto il cuore, l’anima e la passione che ho. I mesi dedicati all’organizzazione sono stati intensi. Hanno assorbito tutte le mie energie, i miei pensieri, il mio tempo libero. È stato grandioso, nonostante tutto. Nonostante la lotta continua contro quel maledetto budget, che ogni giorno mi ricordava di stare attenta alle spese. Nonostante non avessi altro su cui contare se non i consigli di un’amica, il parere della mamma, e il sostegno sempre presente di Nicola. Il nostro matrimonio ha preso forma piano piano, ma in maniera costante.La prima ad arrivare è stata la location: il Castello di Ristonchi. Quel luogo magico e perfetto che non avrei mai creduto di trovare a pochi passi dalla mia amatissima Firenze. Non avrebbe potuto essere più perfetto neanche se mi fosse stato concesso di costruirlo apposta, un luogo del genere. Parte del mio cuore ormai abita lì, tra quelle pietre antiche, in quel borgo medievale in cui il tempo ha dimenticato di scorrere ormai da secoli, in quella chiesetta tra i boschi così intima e accogliente.Poi abbiamo conosciuto il parroco del nostro quartiere, Don Stefano. Ringrazio Dio per averlo messo sulla nostra strada. Un grande parroco, una guida giusta, un amico sincero. Una presenza speciale che ha celebrato le nostre nozze con la passione di chi ha dedicato la sua vita e il suo cuore alla Chiesa e alle unioni d’amore.E poi, tutto il resto. Un po’ caotico, come in un vortice. La scelta, tanto combattuta, delle bomboniere. La realizzazione delle partecipazioni. La lista degli invitati, pochi, ma quelli che sinceramente desideravamo avere con noi per il nostro giorno speciale; solo e davvero quelli con cui sognavamo di condividere le emozioni vere e più forti. I mesi scorrevano, intanto. E più mi sembrava di andare avanti con l’organizzazione, più mi rendevo conto di quante cose ancora mancavano. Ma ce l’abbiamo fatta.È finalmente arrivato luglio. E con lui tutti gli altri grandi amori della mia vita: mia mamma, mio fratello, mia sorella. La mia famiglia è piccola, piccolissima. È anche lontana, divisa tra la Sicilia, Roma, Firenze, il Brasile. Ma è una famiglia che ha il cuore grande e che prova una gioia immensa quando si riunisce. È stato quando ci siamo ritrovati tutti che ho cominciato a sentire la vera atmosfera del matrimonio.I giorni scorrevano veloci, inarrestabili, tra i mille impegni al lavoro che mi impedivano di liberarmi con un po’ di anticipo rispetto alla data del matrimonio, e le innumerevoli cose ancora da fare per rendere la celebrazione e il ricevimento ancora più perfetti.Ma il tempo, si sa, non si cura di noi comuni mortali e delle preoccupazioni che ci creiamo. Lui scorre e basta.Ecco. È arrivato il momento. Quel giorno tanto atteso e immaginato che sembrava non dovesse arrivare mai, per rimanere custodito solo tra i miei sogni. E invece è arrivato il 5 luglio. Il nostro 5 luglio.Ma è anche arrivato il momento per me più difficile. Quello in cui tento di descrivere quel giorno. Ma ho promesso che ci avrei almeno provato.Prepararsi è stato bellissimo. Quell’abito bianco avorio, complice anche il luogo magico che mi circondava, mi faceva sentire una principessa delle favole. Aggraziata ed elegante come mai nella vita.Ricordo le lacrime incessanti e incontrollate che mi hanno sopraffatta al momento dell’ingresso in chiesa, quell’emozione così intensa e incontenibile che non sono riuscita a trattenere. Ricordo il braccio saldo di mio fratello che mi accompagna lungo la breve navata, il suo sguardo solenne mentre mi affida, ai piedi dell’altare, al mio amato. Ricordo la cerimonia, la felicità pura di sedere davanti al nostro parroco, al nostro amico speciale, che ci ha uniti in matrimonio.E poi… ricordo tutto il resto. Il ricevimento, così informale e famigliare come lo volevamo. Senza sfarzi e senza fronzoli. Ma colmo dell’affetto di tutti. I balli scatenati e un po’ liberatori, al ritmo di rock and roll. La consegna di quelle bomboniere che per noi significavano così tanto.Ma il ricordo più vivo sono i visi raggianti delle nostre famiglie, dei nostri parenti, degli amici, pochi ma veri, che hanno condiviso con noi quel giorno con sincera commozione. Sono immagini, queste, che rimarranno nella mia mente per sempre.Ecco, lo sapevo. Il mio cuore non è soddisfatto di questo racconto. Perché, come mi aspettavo, non rende giustizia. Ma come ho detto, ci ho provato. Lui i ricordi e le emozioni di quel giorno li custodisce gelosamente, come uno scrigno pieno dei gioielli più preziosi.
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