Il matrimonio di Alberto e Daniela a Mogliano Veneto, Treviso
All'aperto Estate Azzurro 2 professionisti
A&D
20 Lug, 2013Il racconto del nostro matrimonio
Ognuno di noi, per le proprie occasioni importanti, ha delle aspettative. Che sia una festa di compleanno, un colloquio di lavoro, un primo appunto, chiunque di noi non può evitare di pensare a come andrà a finire. La nostra esistenza può essere paragonata ad uno spettacolo teatrale, in cui la ribalta viene messa a punto nel corso di un lungo retroscena, che non deve essere svelato altrimenti… il palco cade!
Il giorno del proprio matrimonio, in questo senso, non fa eccezione. Trascorriamo mesi interi nella meticolosa preparazione di questo evento così importante, nella speranza che tutto vada secondo i nostri piani e che niente e nessuno rovini il nostro giorno più bello!
Io forse sono stata un’eccezione. Non sapevo davvero cosa aspettarmi dal mio matrimonio, non mi ero immaginata molto, se non il momento del mio arrivo, il cui pensiero è stato, almeno negli ultimi mesi, fonte di agitazione continua.
20 luglio 2013. Mi sveglio tranquilla, come se fosse un giorno qualunque. A ricordarmi che non era propriamente così, le mie unghie fresche di manicure e i miei capelli insolitamente ondulati. Faccio colazione con il mio (ancora) fidanzato, che ha insistito tanto per non dormire separati la notte prima, e con Mango, il mio gatto arancione. Mi infilo un vestito abbastanza scollato da poterlo poi sfilare dai piedi e vado prima dalla parrucchiera, poi dall’estetista. Sono le 8:30 del mattino ed è già caldissimo.
Continua a leggere »Due ore di “ristrutturazione”, mi guardo allo specchio e mi sembro strana! Ma non c’è tempo per le riflessioni estetiche, torno a casa di corsa per vestirmi perché la villa dove celebriamo il matrimonio è a più di un’ora di macchina da casa mia.
Parto, un po’ agitata, insieme ai miei genitori. Ci fermiamo ad un semaforo, giro la testa e vedo i miei amici, quelli che conosco da quando sono ragazzina, seduti pacifici ad un bar, incuranti dell’orario ormai tardo. Tiro già il finestrino e urlo “Ragazzi, volete arrivare dopo la sposa?”.
Arrivo in villa un po’ in anticipo, aspetto in macchina che la mia testimone mi dica che posso uscire. La cerimonia si svolge all’aperto, nel parco della stessa in villa in cui ci sarà poi il ricevimento, su una piccola collina adornata di alberi. Partono le note di “The great gig in the sky”, Pink Floyd. È il mio momento, arrivo al fianco di mio padre, come vuole la tradizione. Tutti mi guardano e mi sorridono. Qualcuno piange. Io non capisco più niente!
La cerimonia si rivela splendida: l’assessore è fantastico e riesce a rendere romantico un rituale che di solito è prettamente burocratico, legge il testo di una canzone dei Simply Red, cambia la più classica formula “Vuoi tu…” in “Sei felice di…”. Tutti applaudono, in molti si emozionano, la cornice del parco rende tutto ancora più magico. Ci scambiamo gli anelli sulle note di “Perfect Day”, Lou Reed. Io e Alberto siamo marito e moglie.
Ci sono 30°, siamo tutti assetati e l’aperitivo a buffet ci sta aspettando, non perdiamo altro tempo. Le prime due birre spinate sono le nostre, mi sembrano la cosa più bella che abbia mai visto, ho la gola talmente secca che non desidero altro che una bella birra ghiacciata!
Niente fotografo per noi, non l’abbiamo voluto. Solo qualche amico dotato di ottime reflex e niente di più, volevamo goderci la festa come tutti gli altri!
La giornata procede velocemente, forse troppo. Ci sono 75 persone e cerco in tutti i modi (ma con scarso risultato) di dedicare un po’ del mio tempo ad ognuno di loro. L’aperitivo, durato quasi due ore, è un successo. La birra scorre a fiumi (troppo caldo per il vino, deduco) e i 25 tipi di antipasti sono una delizia, riesco persino a mangiare anch’io!
Il pranzo seduti ci da’ un po’ di tregua dal caldo, ma non è lunghissimo (abbiamo optato per tre sole portate) e alle 6 del pomeriggio siamo di nuovo tutti nel parco per gustarci il buffet di dolci. Il sole tramonta, alcuni tra gli ospiti più “anziani” se ne vanno, insieme alle famiglie con bambini piccoli, e noi rimaniamo con gli amici a continuare la festa. L’open bar è aperto, il DJ non sembra stanco e si va avanti!
A mezzanotte, dopo 12 ore di festa e oltre 100 litri di birra bevuti, siamo tutti troppo stanchi per proseguire e ci diamo ai saluti finali. Tutti tranne noi due e i nostri testimoni, che troviamo ancora le energie per andare a bere l’ultima birra in un bar del posto! Questo è un finale che proprio non avevo programmato!
Scrivo questo racconto a distanza di oltre un mese dal grande giorno. I miei ricordi, purtroppo, non sono così precisi, vuoi per l’emozione, vuoi per la confusione generale, vuoi per la birra! Abbiamo ricevuto, sia quel giorno che nei successivi, veramente tantissimi complimenti, per la location, per il cibo, per l’atmosfera. E questa per noi è stata la soddisfazione più grande perché alla fine la grande festa l’abbiamo voluta per loro, per i nostri amici e parenti. La nostra festa, quella mia e di Alberto, è un’altra e durerà per tutta la vita.
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