Il matrimonio di Rossella e Daniele a Palermo, Palermo

Da quel momento lo avrebbe affidato ad un'altra donna. Ed eccola che entra, bella come il sole. Bellissima. Una nuora così bella non poteva nemmeno sognarla. Ormai era fatta e ci si poteva lasciare andare alle emozioni, si poteva prendere un fazzoletto ed asciugarsi quelle lacrime. Si poteva ammirare per bene la chiesa, i fiori, le decorazioni e ascoltare le parole del prete che tesseva le lodi di questi due sposi meravigliosi. E a lei pensavo nel momento della velatio: coprirci con il velo è stato per lei come accompagnare lo Spirito Santo che scendeva su di noi.

Da qui tutto è scivolato via leggero: le fedi, le promesse, la consacrazione a Maria, tutto stava a dirle che stavamo iniziando il nostro cammino. Finalmente insieme. E che strano è sembrato vederci uscire insieme dalla chiesa: il riso, gli auguri, i saluti delle persone. Stava succedendo davvero? Nemmeno il tempo di chiederselo e quella coppia stava già andando via su un auto di lusso. Già, stava andando via. Forse lì lo ha realizzato davvero che quel bambino è diventato un uomo e che stava iniziando a percorrere la sua strada.

E non è forse questa la più grande realizzazione per una madre? Allora via con i festeggiamenti, i brindisi, i balli, gli abbracci con amici e parenti. Un momento sognato per tanti anni e finalmente vissuto. Con questa gioia nel cuore, tutto è più bello: l'elegante villa sembra ancor più maestosa, il vicino parco sembra in fiore anche se fuori stagione e gli uccellini sembra cantare per gli sposi. Non avrebbe potuto desiderare niente di meglio, niente di più gioioso. Arriva il tramonto, le persone vanno via salutando felici gli sposi. Lei rimane, fino alla fine, non fosse altro per dirmi "io ci sono e ci sarò sempre".