Il matrimonio di Noemi e Gionatan a Perugia, Perugia
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01 Giu, 2018Il racconto del nostro matrimonio
La prima cosa che abbiamo voluto portare al nostro evento è stata la creatività. Sì, la voglia di fare qualcosa di singolare senza cadere nel kitsch. Abitando lontano, io in zona Verona e lei a Perugia, organizzare il tutto non era di certo facile. Ma ci siamo subito impegnati a soddisfare tutte le esigenze legali che racchiudono un matrimonio, così da aver tempo di affrontare quelle “piacevoli” e creative con calma. Consiglio sempre di chiedere al proprio comune tutte le info riguardanti l’iter per registrare e convalidare un evento matrimoniale prima di tutto il resto. Detto ciò, ci siamo basati su una tematica in particolare. Ossia qualcosa che crea un rimando da rispettare come firma del matrimonio stesso. In questo caso abbiamo optato per due colori, in modo da non far sentire in obbligo nessun invitato nell’indossare un vestito specifico o conformarsi a uno stile forzatamente. Un colore si può indossare anche come dettaglio e non è costoso. Ovviamente, i partecipanti hanno avuto carta bianca su ciò. Liberi di avere una delle due tonalità o nessuna. I colori in questione sono stati il turchese e il pesca. Due colori particolarissimi. Vivace l’uno, morbido l’altro. Equilibranti insieme. Lo stile adottato dalla sposa in fase di allestimento è stato uno shabby chic, stile un po’ retrò che ha il piglio di essere elegante e, allo stesso tempo, tendendo al rustico. Abbiamo scelto la location in Umbria, mirabile regione piena di fascino e di paesaggi naturali, borghi medievali e un cielo così terso da meritare l’appellativo di infinito. A metà strada tra Perugia e Gubbio abbiamo trovato il posto adatto. Bello dentro e bello fuori, con ampio prato e piscina. Ovviamente, essendo un posto che traspira di medievo, abbiamo scelto una location fuori dai riflettori, ma molto suggestiva per farci fare le foto. Un paese fatto di pietre d’altri tempi, tranquillo e caratteristico, Corciano. Ed eccoci al momento della cerimonia. Anche qui, nella sala cerimoniale abbiamo optato per un allestimento shabby chic mai troppo invadente. Come sposo ho ricercato un look elegante, ma che avesse qualche eco vintage. Tuba, bastone e sbuffo al posto dell’ordinario plastron. Lei, stupenda, ha esordito con un abito bellissimo, bianco e con un velo che rimandava al classicismo, ma senza apparire per nulla obsoleto. Un'emozione unica. Un volto radioso il suo. Le voci attorno si sono fuse diventando un’armonia piacevole, quasi un complemento all’entrata della sposa. La macchina scelta per esordire al ristorante? È stata a metà tra il retrò e il prendere tutto con gioia e autoironia. Abbiamo optato per un modello singolare. Una Dunne Buggy. Bellissima. Ottima scelta tra l’altro perché la sua linea esalta con un guizzo di originalità il tutto. Per la cena abbiamo virato per un fornitissimo buffet (il buffet è sempre ciò che mette d’accordo tutti). E poi due primi e un secondo. Sufficienti, se il locale è serio, ad allietare anche gli stomaci più prepotenti. Mai sottovalutare il ballo. Qui con il dj ho creato qualcosa di carino e, sperimentandolo, risultato vincente. Abbiamo suddiviso in tre ventenni musicali tre playlist. Il ventennio '40-'50. Il ventennio '60-'70. Il ventennio '80-'90. Tutti i target di età hanno avuto la possibilità di danzare. È stata veramente coinvolgente questa idea di dare anima ai ventenni, in tre mix da undici minuti l’una. Alla fine il buffet di dolci e la torta hanno lasciato il tempo di boccheggiare agli ospiti e... Via di ballo libero! Qualche consiglio testato. Lo sposo e la sposa devono essere a mio parere dinamici, facendo gli onori di casa e ballando in mezzo a tutti. Solo così la festa ha il giusto brio e tutto collima in modo naturale. È nostra la festa e dobbiamo godere di quel giorno. Il tableau lo abbiamo fatto rimandando ai colori-tema, una finestra con i vetri incastonati di color pesca e turchese alternati. Farlo a tema scelto non è solo bello da ammirare, ma mette in risalto la personalità di tutto il matrimonio. Il tavolo dello sposo e della sposa lo abbiamo agghindato con due dettagli che ci rappresentano, un violino per lei e un papillon per me. Anche questo ha arricchito la singolarità dell’evento. Un ultimo ingrediente che ha dato linfa al nostro giorno. L’amore. Non ultimo, ma primo ingrediente per la riuscita di un ottimo sposalizio. L’amore crea complicità e affinità e crea la dimensione giusta per collaborare affiatati sia nella strutturazione del proprio matrimonio sia per tutta la vita.
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