Il matrimonio di Maurizio e Irene a Cintano, Torino

Il racconto del nostro matrimonio

Ogni sposa, fin da bambina immagina quello che nell'immaginario comune viene definito come il giorno più bello della tua vita e così è stato per me.Ti sembra che manchino secoli al giorno della fatidica data quando decidi di organizzare il tutto. Da designer mi sono presa la libertà di organizzarmi molte cose, tant'è che la mattina del mio matrimonio, ancora rimbalzavo come un flipper da un posto all'altro per sistemare le ultime cose (confettata, tableau, decorazioni in comune etc.).Alle 12:00 però,ritirando il mio bouquet, ho realizzato che era ora di prepararmi. Da lì truccatrice, parrucchiera, le mie damigelle, fotografa (nonché mia collega di lavoro) erano lì con me a affrontare i preparativi. Scendi le scale di casa, parenti amici, il mio testimone che arriva con il mezzo che mi ha preparato e tu che cerchi di non versare lacrime per non rovinare il trucco. Ma è ora di partire le 16:00 sono vicine, sposo e sindaco mi aspettano. Facce stupite, commosse, eccitate all'idea di far festa, sono lì che ti aspettano e io e mio padre saliamo le scale facendoci matte risate. Il sindaco ci regala le sue emozioni, avendomi vista crescere e una mezz'ora dopo siamo marito e moglie. Lancio di riso, lavanda (porta fortuna e l'ho anche usata per tutte le decorazioni) e cannoni spara petali, riempiono i nostri abiti tra urla di gioia e applausi. Il mio mezzo ci accompagna al ristorante dove accompagniamo gli invitati per il buffet e noi andiamo a fare le foto. Il parco del castello Malgrà di Rivarolo offre begli scorci per le foto. Si fa tardi e gli invitati attendono. Con somma gioia nel vederci tornare, diamo inizio alla cena, musica, brindisi e tutti si divertono. Sono tutti in pista a ballare e questo mi fa capire che abbiamo centrato l'obiettivo perché la festa non è solo degli sposi ma di tutti coloro che sono con loro in quel giorno.