Il matrimonio di Alberto e Francesca a Perugia, Perugia
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22 Giu, 2013Il racconto del nostro matrimonio
Io e Alberto ci siamo sposati il 22 Giugno 2013, alle cinque del pomeriggio, nella bellissima città di mio marito, Perugia.
Viviamo all'estero e abbiamo organizzato il nostro matrimonio a distanza, dagli Stati Uniti. Premetto che il portale matrimonio.com ci è stato di grande aiuto, così come gli amici e i parenti di Perugia.
Contro ogni aspettativa, la notte prima ho dormito, e direi anche bene. Era da una settimana che non bevevo un sorso di caffè, speravo fosse un antidoto per tenere sotto controllo l’adrenalina.
La sera prima ho cenato con mia sorella Giulia e Maria, una delle mie migliori amiche; una cena leggera che, insieme a risate e chiacchiere sotto la luna, è stata senza dubbio un buon modo per contrastare la crescente emozione. Ho anche seguito i consigli di Marica, la mia bravissima truccatrice. Mi aveva consigliato di alzarmi con calma, poltrire nel letto e starci il più a lungo possibile. E così ho fatto.
A partire dalle dieci, nella casa della sposa, c’è stato un continuo e piacevole andirivieni di persone: le mie zie, mia cugina, i miei genitori, la fiorista. L’emozione si respirava nell’aria, io mi sentivo su una nuvola e i ricordi che ho di quelle ore sono attimi frammentati da euforia, citofoni e telefoni che suonavano.
Continua a leggere »Verso l’una sono arrivate Marica e Francesca, la parrucchiera. Nella camera della sposa, addobbata da Giulia e Maria con fiori e nastri bianchi, mi hanno minuziosamente preparata. Hanno lavorato insieme, coordinandosi alla perfezione: mentre Francesca mi arricciava i capelli, Marica amalgamava il fondotinta sul mio viso. Poco dopo sono arrivati anche i fotografi, Mara e Lorenzo, i due grandi immortalatori di questa splendida giornata. Durante la preparazione, anche mio padre – appassionato di fotografia – ha cercato di infilare qualche scatto, ma l’emozione ha avuto la meglio ed è stato praticamente obbligato ad andare via. Il suo carattere concitato agitava me e chi mi stava intorno.
Verso le quattro sono arrivate anche le mie amiche romane: Valeria, la mia testimone e amica di infanzia, Silvia e Ilaria. Si sono fermate qualche momento, giusto il tempo di qualche foto e sorriso. Purtroppo non ho potuto abbracciarle tranne che con il pensiero, colpa del trucco e della pettinatura che dovevano restare perfetti.
I minuti, i secondi, passavano rapidamente. In casa eravamo rimasti in tre in attesa della macchina della sposa: io, mio papà e Mara. Una telefonata di mia mamma ha ravvivato l’attesa a fatto aumentare i miei battiti cardiaci: mi comunica che lo sposo è appena arrivato in chiesa.
Pochi minuti dopo, suona il telefono ed ecco, lo zio di Alberto è giù che aspetta. Ci accoglie a braccia aperte, con grande rispetto ed emozione.
La strada verso la Chiesa sembra infinita, papà cerca di sistemarsi il fiore all’occhiello e Mara è intenta a scattare foto. Io stringo il bouquet, mi sudano le mani e la fronte. Cerco di essere forte e controllare l’emozione. Mi sto per sposare, Alberto mi sta aspettando e siamo pronti a giurare l’uno all’altro la promessa di un amore eterno, davanti a Dio e ai nostri cari.
Arriviamo. Una folla di persone mi aspetta. Sono emozionatissima, ma so che è la mia folla, sono volti conosciuti, sorridenti ed emozionati. La camminata con mio padre verso l’ingresso è solenne di un silenzio ovattato, interrotta – dopo secondi che a me sembrano ore – dallo scroscio di un grande applauso. Vedo Alberto che mi aspetta insieme a Don Agostino, sull’uscio, molto emozionato. Qualcuno mi ha detto che ha versato una lacrima e che uno sposo commosso non l’aveva mai visto.
Finita la camminata, arrivo all’altare, con il bouqet tra le mani. Io e Alberto ci sistemiamo, le nostre mani sono intrecciate e restano così, per un po’, a lungo.
Abbiamo scelto la Chiesa l'anno scorso, San Michele Arcangelo che, a Perugia, è meglio nota come il Tempietto. L'altare è al centro, e la pianta si sviluppa circolarmente. E' stato meraviglioso sentire il calore dei nostri cari: siamo stati circondati dal loro affetto e dai loro corpi. La decorazione floreale era semplice, composizioni di peonie e rose bianche sistemate in vasi di cotto. La cerimonia è stata bellissima. Ricordo che quando sono arrivata in chiesa il cielo era coperto e nuvoloso, mentre durante la Messa si è improvvisamente aperto e una luce è calata dall’alto.
Il sole splendeva ed è rimasto così fino al tramonto, lasciando spazio solo alla luna e alle stelle.
All’uscita ci hanno ricoperto di riso – per altro di buon auspicio visto che la nostra prossima meta sarà Shanghai. Mi ricordo che ho salutato e baciato più di un centinaio di persone, un tripudio di saluti, abbracci e foto. Non temevo più né lo sciogliersi del trucco né il disfarsi di un ricciolo.
Siamo arrivati al Castello dell’Oscano verso le 19, entrambi con il sorriso stampato sul volto. Abbiamo scelto la location del ricevimento più di un anno fa. Un posto meraviglioso, immerso nel verde delle colline umbre. Un posto ideale anche per gli ospiti che sono rimasti lì a dormire.
Dopo un breve brindisi di Welcome, prima fase della serata, abbiamo raggiunto il fotografo sulla terrazza del Castello per scattare una serie di foto al tramonto, le classiche da album del matrimonio. Ma non siamo stati via molto tempo: la gioia di condividere era più forte della nostra vanità. Abbiamo raggiunto gli ospiti per l’aperitivo, nello splendido giardino del Castello, la limonaia. I tavoli erano pieni di leccornie e le chiacchiere non si sono sprecate. È stato bellissimo avere vicino i nostri cari, tutti insieme. Un’esperienza unica che per noi che viviamo all’estero ha un valore ancora più importante.
Verso le 20.30 il maitre ha invitato gli ospiti a sedersi ai propri tavoli, nella sala interna dove abbiamo cenato. L’entrata nella sala e la camminata mano nella mano verso il tavolo degli sposi in fondo sono state uno dei momenti più gioiosi della giornata, quello che ricordo con maggiore intensità. Avevo visto la sala prima del matrimonio, più di una volta. Ma quella sera era molto più bella e luminosa di quanto ricordassi; apparecchiamento perfetto, splendide decorazioni floreali, candele accese. Tutto avvolto in un’aria di magia.
La cena è stata leggera, per nostra scelta. Due primi, vialone nano e umbricelli, e un secondo, filetto e un contorno di insalata. Io e Alberto siamo stati serviti prima degli ospiti, così siamo riusciti a girare tra i sedici tavoli e, incredibilmente, a mangiare tutto. La cena è stata intervallata da due intermezzi musicali, dedicati ai nostri ospiti. Il primo per Marco, il nostro “cupido”, l’amico che ci ha presentati. Con il sottofondo dei nostri muscisti – un’accoppiata perfetta di contrabbasso e chitarra – abbiamo consegnato a Marco la stampa di un cupido, testimone dell’inizio della nostra favola d’amore. Il secondo intermezzo era per Susanna, un’amica di famiglia che è stata vitale nell’organizzazione dei preparativi del matrimonio e nella complessa gestione dei nostri ospiti: vivendo all’estero e non essendo io di Perugia, avevamo da organizzare la logistica del pernottamento e degli spostamenti tra aereoporti e città. L’aiuto di Susanna è stato fondamentale. A lei abbiamo dedicato la celebre canzone “Oh Susana”.
Gli abbracci, le foto e i sorrisi non sono mai mancati durante il corso della cena. Il tavolo delle bomboniere e quello degli sposi pullulava di biglietti, regali, pacchetti e pacchettini.
Il taglio della torta è stato all’aperto, in giardino. La torta è stata accompagnata da tavolate di frutta e dolcetti di pasticceria minuta, di cui, io e Alberto, non abbiamo nemmeno visto l’ombra. L’aspetto della torta lo abbiamo scelto noi, una foto in Internet e i nostri chef l’hanno riprodotta in modo praticamente identico.
La festa è andata avanti fino a tarda notte, abbiamo ballato, riso, cantato e festeggiato allegramente.
Ho lanciato il bouquet che, per la seconda volta nella sua vita, è finito nelle mani di mia cugina. Una coincidenza o forse un insistente messsaggio del destino.
Siamo andati a dormire a notte inoltrata. Tutti i miei ospiti e molti di quelli di Alberto hanno pernottato nelle strutture del Castello. La mattina ci siamo ritrovati per una lunga e abbondante colazione all’aperto, nel porticato. La giornata era bellissima e il sole splendeva alto nel cielo azzurro.
Uno dei miei amici più cari, prima di ripartire, mi ha detto che la notte aveva sognato il matrimonio, la continuazione dei festeggiamenti. Un segno che il nostro desiderio di condividere e trasmettere la forza del nostro amore è stato raggiunto, al di sopra di ogni nostra aspettativa.
Un generatore, non certo di energia elettrica ma di profondo amore e sentita speranza.
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