Ho anni appena compiuto XX anni e mi sto per sposare, ma la mia amica mi ha sconsigliato di indossare l’abito bianco!
Aiuto, consiglio urgente: si “devono” per forza indossare le calze con l’abito da sposa?Sono sconvolta dagli abiti che stanno comprando le invitate al mio matrimonio, come faccio a spiegargli che “devono” vestirsi in un certo modo?Leggendo i vari topic su questi argomenti e su molti altri, tutti dedicati al si può fare/non si può fare, ho visto che a volte nelle risposte viene fatto riferimento al “galateo”. La mia domanda, però, è quale galateo??Innanzi tutto credo sia importante cercare di capire cosa sia il galateo: detto in termini molto semplici, il galateo è un codice di comportamento socialmente condiviso, ossia le regole di comportamento che bisogna seguire per essere considerati persone bene educate dalla società in cui viviamo. E qui però si aprono i problemi, perché visto che il primo Galateo è stato scritto da monsignor Della Casa e pubblicato nel 1558, ossia quasi 500 anni fa, diventa un po’ difficile per noi seguire quelle regole… perché nel frattempo la società è molto cambiata.
Infatti da allora in poi molti autori si sono dedicati a scrivere Galatei, cercando di mettere sulla carta le regole di comportamento condivise all’epoca in cui vivevano.
Restando in Italia, perché se si andassero a vedere anche i Galatei di altri paesi europei le cose si complicherebbero, un Galateo di grande successo fu quello di Maria Antonietta Torriani, che si firmava come Marchesa Colombi: pubblicato la prima volta nel 1877 ha avuto moltissime riedizioni e ha ispirato molti altri galatei pubblicati fino al 1950.
Nel 1960 ebbe molto successo il Galateo di Colette Rosselli, ossia Donna Letizia, che scriveva sulle riviste Grazia e Gente, mentre nel 1975 uscì il Galateo di Brunella Gasperini, altra famosa giornalista di quegli anni, che teneva una seguitissima rubrica di Posta del cuore su Annabella.
Mi risulta che l’ultimo Galateo in ordine di tempo sia quello pubblicato da Barbara Ronchi della Rocca, ma ci sono anche vari siti internet che trattano dell’argomento.
Insomma quello del galateo è un mondo in continua evoluzione, dato che la società è in continua evoluzione: per questo tutte le volte che sento dire: il galateo dice così a me viene da chiedere quale galateo? Quello di monsignor Dalla Casa? Quello del 1877, del 1960, del 1975, di oggi???
C’è poi il fatto che in questo periodo la maggior parte delle persone rifiuta adeguarsi al “galateo”, anche perché seguire o non seguire determinate regole di comportamento non viene più considerata una cosa veramente grave sul piano sociale.
Mi sono divertita giorni fa a pubblicare le regole di galateo della Marchesa Colombi, che stabilivano i criteri per la scelta dell’abito da sposa a seconda dell’età: la maggior parte dei commenti è stata di stupore. Oggi se una sposa di XX anni si mette in abito bianco con velo di 4 metri ci sarà magari qualcuno che farà commenti poco simpatici, ma non credo che quella sposa verrà espulsa dalla società in cui vive. Non parliamo poi delle calze: ma chi ci bada??
Riguardo alle invitate credo che chiedere loro di seguire le regole del “galateo” sia praticamente impossibile, proprio perché non esistono più regole condivise. Ognuno crede di essere in diritto di vestirsi come gli pare, a meno che non sia invitato a un royal wedding. Il che non vuol dire che “io faccio solo e sempre quello che mi pare” sia un comportamento corretto.
Come scriveva Brunella Gasperini nel 1975, forse la cosa migliore è: “cercare di sostituire buonsenso, spontaneità, elasticità, umorismo a quelle rigide e ormai logore sovrastrutture convenzionali che intralciano, invece di agevolarli, i rapporti umani”.
Scusate la lunghezza…