“Legata al mandorlo vi è un’antichissima leggenda, una storia d’amore mitologica: la storia di Fillide e Acamante.
Acamante, eroe greco, si trovava in viaggio verso Troia. Durante una sosta a Tracia conobbe la principessa Fillide. Appena i due si videro nacque un amore profondo. Acamante dovette però lasciare la sua amata per andare a combattere a Troia. Fillide lo aspettò per 10 anni ma quando venne a conoscenza della caduta di Troia e non vedendo l’innamorato tornare pensò che fosse morto e si lasciò morire di dolore.
La dea Atena impietosita dalla storia degli innamorati trasformò Fillide in un mandorlo e quando Acamante, in realtà ancora in vita, venne a conoscenza di questa trasformazione, si recò nel luogo dove c’era l’albero e lo abbracciò con amore e con dolore. Fillide sentì quell’abbraccio e fece spuntare dai rami dei piccoli fiori bianchi
L’abbraccio dei due innamorati si mostra ogni inizio di primavera a testimoniare l’amore eterno tra i due”. (fonte: A. Gardu)
In Sardegna la tradizione dolciaria si basa molto sulla pasta di mandorle. Per i matrimoni, ancora oggi, le più esperte creano magnifiche opere d’arte in onore degli sposi per augurare loro prosperità e amore proprio con le mandorle (mendua).
Personalmente ritengo che la più brava (senza nulla togliere ad altri che non conosco) sia una pasticcera (di quarta generazione) di Oliena che fa veri e propri capolavori per gli occhi e per il palato. Cosa ne pensate?
Non sono meravigliosi?